Perché rossodirobbia? Perche rosso è il colore della vita

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giovedì 13 giugno 2013

La mordenzatura: istruzioni base

ripropongo un vecchio ma sempre utile post sulla mordenzatura...

Ho già accennato al fatto che i filati e i tessuti di qualsivoglia origine (vegetale, animale e qualche fibra sintetica come il nylon) prima di essere tinti necessitano di un trattamento preliminare detto mordenzatura. Il termine deriva dal fatto che con questa operazione ciò che vogliamo tingere va prima bollito con sostanze dette mordenti: queste verranno assorbite dalla fibra e consentiranno ai pigmenti di fissarsi indelebilmente su di essa. Il mordente più comune e più utilizzato è senz'altro l'allume di rocca, un sale naturale che possiamo acquistare in drogheria o in farmacia. Altri mordenti sono il cremortartaro (usato anche come lievito per ciambelle), i tannini, i sali di ferro, ecc... ma per ora mi fermerei all'allume. Per la mordenzatura del cotone e delle fibre vegetali oltre all'allume occorre utilizzare la soda Solvay.
A parte acqua, allume, filati e/o tessuti, cosa serve per mordenzare (e poi per tingere)?
  • almeno due pentole in acciaio inox con coperchio (la misura decidetela voi, in base a ciò che volete tingere);
  • cucchiai in acciaio inox;
  • vasetti di vetro;
  • una bilancia per pesi da 1 grammo in poi;
  • un recipiente graduato per liquidi;
  • un secchio;
  • guanti di gomma;
  • un termometro.
Ora descriverò le varie fasi della mordenzatura, ricordando che non è difficile e si può fare anche in casa stando attenti ad utilizzare pentole, cucchiai, vasetti, ecc... esclusivamente per mordenzare e tingere e non anche per cucinare
  • pesare il filato/tessuto asciutto e metterlo a bagno in acqua tiepida;
  • pesare l'allume di rocca che deve essere il 20% sul peso del filato/tessuto asciutto (alcuni fanno al 10, 15 o 25%, trovate voi la vostra ricetta!). Per la mordenzatura del cotone il rapporto è 26% di allume sul peso del filato/tessuto asciutto;
  • sciogliere l'allume nella pentola con un po' di acqua calda; quando si sarà perfettamente sciolto si potrà riempire la pentola con acqua tiepida (per ogni etto di filato/tessuto asciutto io calcolo 3-4 lt. d'acqua); a parte sciogliere cremortartaro o soda Solvay al 6% e poi aggiungerli nella pentola;
  • a questo punto è possibile immergere nella pentola il nostro filato/tessuto. Mescolando di tanto in tanto si porterà il bagno a ebollizione in un'ora; giunti alla temperatura giusta, che per la lana è al massimo 99° e per la seta ancor meno, il bagno va mantenuto a temperatura costante per un'ora. Tenere la pentola chiusa col coperchio;
  • spegnere il fuoco e far raffreddare il filato/tessuto nella pentola;
A questo punto ci sono varie possibilità: o si tinge subito, prima sciacquando (ma non troppo), oppure si chiude il filato/tessuto umido in un sacchetto e si tinge in un secondo momento, oppure si sciacqua il tutto e lo si fa asciugare.

lunedì 10 giugno 2013

Tintura della lana con Matricaria chamomilla L.

Da un umile mazzolino còlto sul far della sera... ad un bellissimo e caldo giallo sulla lana bruzzese, quasi che i raggi del sole posatisi sui capolini abbiano voluto restare intrappolati nella matassa...

Girovagando per le campagne è facile in questo periodo incontrare lei, la Matricaria Chamomilla L., la comune camomilla, che con i suoi graziosi fiorellini decora i bordi delle strade e dei campi di grano. Purtroppo pare che sia molto di moda tagliare in continuazione e a raso le "erbacce", privandoci così di preziose macchie di colore! Anche il mio mazzolino era destinato a questa fine e quindi mi son detta... perché non "eternarlo" in una tintura? 
 

Avevo già sperimentato, tempo fa, la tintura di diverse fibre con la camomilla ed i risultati erano stati ottimi, con una brillantezza che si è conservata nel tempo.
Ho utilizzato tutto per la tintura, capolini e rametti, in una proporzione di 2:1 rispetto al peso della lana asciutta. E ho scelto di tingere una preziosa matassa di pura lana abruzzese dell'Azienda Agrozootecnica Damiani Ovidio di Barisciano (AQ), ove le pecore pascolano nei prati del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. E ne avrò da raccontare delle belle sui progetti Rosso di Robbia e AquiLANA (www.lanaquilana.blogspot.com).
Ma non ora... perché son progetti troppo belli e importanti per esser relegati ad una breve nota in un post!
Torniamo alla nostra camomilla quindi!
La lana è stata mordenzata secondo il metodo classico (vedi post "mordenzatura") e poi è stata messa a cuocere con la camomilla tagliuzzata nemmeno troppo finemente.
       
Il risultato è ottimo e credo proprio che laverò questa matassa solo con acqua limpida, per conservarne l'aroma antico e rinfrancante, che ti consola nelle notti in cui non riesci a prender sonno...
E allora.... buonanotte con la tintura del dolce riposo!