Perché rossodirobbia? Perche rosso è il colore della vita

Per informazioni sui prodotti: Michela Pasini tel. 3280709687 (anche whatsapp); mail michelapasini@libero.it; fb Michela Pasini (Rosso di Robbia).

Corsi individuali e per piccoli gruppi a richiesta.

martedì 21 dicembre 2010

Tintura con tagete





Buon solstizio d'inverno! In questa grigia giornata, per propriziare l'ascesa del sole, quale migliore argomento del giallo?! Allora dobbiamo parlare del tagete, una pianta originaria del Messico e dell'America Meridionale che presenta numerosi fiori giallo-arancio, sorta di garofani con molti petali che fioriscono dalla primavera all'autunno. E' una pianta molto comune e la si trova in tutti i giardini e balconi; molto spesso decora aiuole e rotonde spartitraffico. Anche se l'odore dei fiori non è particolarmente piacevole, il loro apetto li rende molto decorativi. Per la tintura naturale si possono utilizzare i fiori interi, freschi o essiccati, su filati e tessuti mordenzati con l'allume di rocca. Per un etto di filato/tessuto si utilizza un etto di fiori macerati per una notte in acqua e poi bolliti per un'ora. Nel bagno colore il filato/tessuto mordenzato va portato alla temperatura corretta (70° per la seta, 90° per la lana, 100° per le fibre vegetali) in ca. 1 ora e poi lasciato sul fuoco a temperatura costante per un'altra ora. Si lascia raffreddare il tutto, poi si risciacqua. Con questo procedimento ho tinto della bellissima lana merinos (che si è trasformata in un simpatico maglioncino), del tessuto di seta pura (in foto) e anche del filato di canapa. I risultati sono “splendenti”...

sabato 11 dicembre 2010

Fiera della Canapa, Gambettola, 20-21 novembre 2010

 


Il 20 e 21 novembre a Gambettola si è svolta, come ogni anno, l'Antica Fiera della Canapa dedicata alla lavorazione e alla storia di questa fibra vegetale oggi di nuovo in auge. Il tempo non è stato putroppo favorevole, ma noi espositori eravamo per fortuna ospitati nel restaurato Teatro Comunale. Qui le varie Associazioni di ricamo e tessitura della zona hanno esposto i loro lavori insieme ad antichi telai, preziose trine, vetuste coperte intrecciate con migliaia di sottilissimi fili di canapa... una meraviglia! Gambettola in passato non è stata solo un luogo di produzione e vendita della canapa ma è tutt'ora la patria (o una delle patrie) dell'antica tecnica di stampa romagnola con la ruggine: ancor oggi alcune botteghe artigiane portano avanti questa illustre tradizione e vale proprio la pena fare una visita. In questo contesto non potevo naturalmente mancare io con i miei colori naturali e con una dimostrazione di tintura con il tagete che ha fatto impazzire i bambini (e non solo) ...

venerdì 29 ottobre 2010

La mordenzatura, ovvero la preparazione dei tessuti e dei filati alla tintura naturale

Ho già accennato al fatto che i filati e i tessuti di qualsivoglia origine (vegetale, animale e qualche fibra sintetica come il nylon) prima di essere tinti necessitano di un trattamento preliminare detto mordenzatura. Il termine deriva dal fatto che con questa operazione ciò che vogliamo tingere va prima bollito con sostanze dette mordenti: queste verranno assorbite dalla fibra e consentiranno ai pigmenti di fissarsi indelebilmente su di essa. Il mordente più comune e più utilizzato è senz'altro l'allume di rocca, un sale naturale che possiamo acquistare in drogheria o in farmacia. Altri mordenti sono il cremortartaro (usato anche come lievito per ciambelle), i tannini, i sali di ferro, ecc... ma per ora mi fermerei all'allume. Per la mordenzatura del cotone e delle fibre vegetali oltre all'allume occorre utilizzare la soda Solvay.
Nella foto a destra la lana in fase di mordenzatura.


A parte acqua, allume, filati e/o tessuti, cosa serve per mordenzare (e poi per tingere)?
  • almeno due pentole in acciaio inox con coperchio (la misura decidetela voi, in base a ciò che volete tingere);
  • cucchiai in acciaio inox;
  • vasetti di vetro;
  • una bilancia per pesi da 1 grammo in poi;
  • un recipiente graduato per liquidi;
  • un secchio;
  • guanti di gomma;
  • un termometro.
Ora descriverò le varie fasi della mordenzatura, ricordando che non è difficile e si può fare anche in casa stando attenti ad utilizzare pentole, cucchiai, vasetti, ecc... esclusivamente per mordenzare e tingere e non anche per cucinare!
  • pesare il filato/tessuto asciutto e metterlo a bagno in acqua tiepida;
  • pesare l'allume di rocca che deve essere il 20% sul peso del filato/tessuto asciutto (alcuni fanno al 10, 15 o 25%, trovate voi la vostra ricetta!). Per la mordenzatura del cotone il rapporto è 26% di allume sul peso del filato/tessuto asciutto;
  • sciogliere l'allume nella pentola con un po' di acqua calda; quando si sarà perfettamente sciolto si potrà riempire la pentola con acqua tiepida (per ogni etto di filato/tessuto asciutto io calcolo 3-4 lt. d'acqua); a parte sciogliere cremortartaro o soda Solvay al 6% e poi aggiungerli nella pentola;
  • a questo punto è possibile immergere nella pentola il nostro filato/tessuto. Mescolando di tanto in tanto si porterà il bagno a ebollizione in un'ora; giunti alla temperatura giusta, che per la lana è al massimo 99° e per la seta ancor meno, il bagno va mantenuto a temperatura costante per un'ora. Tenere la pentola chiusa col coperchio;
  • spegnere il fuoco e far raffreddare il filato/tessuto nella pentola;
A questo punto ci sono varie possibilità: o si tinge subito, prima sciacquando (ma non troppo), oppure si chiude il filato/tessuto umido in un sacchetto e si tinge in un secondo momento, oppure si sciacqua il tutto e lo si fa asciugare.

lunedì 25 ottobre 2010

Tinture autunnali

Tinture autunnali 1: con i ricci delle castagne


Dovendo partecipare ad una “sagra” delle castagne, mi son detta: perché non provare a tingere con i ricci? Detto, fatto! E devo dire che non è difficile, anzi: questo tipo di tintura non necessita di pre-trattamento con allume di rocca (mordenzatura) poiché i ricci contengono tannini i quali sono già sostanze fissanti del colore.
Ecco la ricetta: per un etto di filato o tessuto occorrono tre etti di ricci. I ricci vanno raccolti quando sono ancora abbastanza verdi e, preferibilmente, privati dei frutti all’interno. Vanno lasciati a bagno una notte in una bacinella piena d’acqua con un cucchiaio di ammoniaca che favorisce l’estrazione del pigmento. Il giorno seguente vanno bolliti in quella stessa acqua per circa un’ora poi si lascia raffreddare il tutto e lo si filtra: il bagno colore è pronto. Il filato (o il tessuto), precedentemente tenuto a bagno per almeno 20 minuti, va immerso nel bagno tiepido e portato pian piano a ebollizione: giunto a temperatura (per la lana stare al di sotto dei 100°!!!) va bollito per un’ora. Infine occorre lasciare raffreddare il filato nel bagno, dopodiché lo si può sciacquare e stendere all’ombra. Io ho sperimentato questo procedimento su tessuti in pura lana e filati in lana merinos a sei capi: il delicato tono marrone che ho ottenuto è veramente piacevole.


Tinture autunnali 2: con le noci
 Per le noci vale lo stesso procedimento seguito per i ricci delle castagne ma la proporzione è 1:1 (per 100 gr. di filato/tessuto bastano gr. 100 di noci). Consiglio di schiacciare le noci e farle macerare in acqua per un po' di giorni prima di sottoporle alla bollitura per l'estrazione del pigmento.

 
Tinture autunnali 3: con le bucce di cipolla

Si può dire che questa tintura non è prettamente autunnale ma il bel giallo che si ottiene si intona decisamente ai colori di questa stagione. In questo caso occorre mordenzare il filato o il tessuto con allume di rocca prima della tintura vera e propria. Per ogni etto di filato o tessuto va utilizzato un etto di bucce di cipolla dorata o rossa o tutt’e due. Attenzione: se si vogliono ottenere tonalità più dorate occorre utilizzare poca percentuale di cipolla rossa (la quale dà toni verdastri). Personalmente io preferisco i gialli quindi nel mio intruglio ho messo poche bucce di cipolla rossa. Le bucce vanno messe a bagno una notte, poi si fanno bollire per un’ora. Quando il bagno è tiepido si filtra e si immerge il filato bagnato che va poi bollito un’ora (attenzione sempre alle temperature, soprattutto per lana e seta). Come al solito si lascia raffreddare, si sciacqua bene e si stende all’ombra.
N.B.: la tintura con le bucce di cipolla è la prima che ho sperimentato, anni fa: con la lana così tinta ho poi tricottato una deliziosa mantellina gialla…

Tinture autunnali 4: con legno campeggio

Anche questa non è una tintura prettamente autunnale, visto che si fa con la corteccia di un albero messicano. E’ una tintura “esotica” insomma, ma i colori che si ottengono sono talmente belli che l’ho dovuta provare…



Tutte queste tinture sono state realizzate in … un giorno! E il mio terrazzo si è vestito di colori, guardare per credere!



mercoledì 6 ottobre 2010

Il colore del cielo



  
Celeste è il colore che ho scelto per tingere la lana e la seta con le quali ho realizzato questo abito. Attualmente, e fino a sabato 9 ottobre, è esposto a Rimini nella Sala del Podestà nell'ambito della mostra "Rimini Ricama" (tutti i giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00). Il corpino è fatto di fiori a sei petali lavorati con la tecnica a macramè (nodi), poi cuciti insieme; il filato - lana merinos - è stato messo doppio. La gonna è invece in voile di seta. Il colore è merito del guado, naturalmente. Che cos'è? Si tratta dell'Isatis Tinctoria, pianta dalle cui foglie si ottiene, con vari procedimenti, una polvere blu. Un tempo l'Isatis era coltivata anche nel riminese: poi è arrivato l'indaco indiano e tutto è finito... o quasi... perché alcuni coraggiosi ne stanno riprendendo la coltivazione e il guado, pian piano, sta (ri)entrando nel mondo della moda (i jeans Dondup sono tinti così, ad esempio). Io acquisto la polvere blu da un'azienda agricola marchigiana e poi tingo con  il procedimento della cosiddetta "tintura al tino" che richiede molta attenzione e precisione: basta niente e il bagno diventa verde e non tinge più! Devo riconoscere che senza il mio chimico di fiducia, la mia amica Alessia, chissà cosa avrei combinato! Lei mi ha dato tutti i consigli soprattutto su come maneggiare e dosare le sostanze chimiche, fondamentali per rendere solubile in acqua la polvere blu. Grazie Alessia!
Ed ecco alcune immagini del procedimento dal guado a bagnomaria... alla sciarpa celeste!

La prima immagine mostra la polvere di guado, sciolta in acqua con l'aggiunta di sostanze chimiche, messa a bagnomaria; deve rimanere sul fuoco per poco tempo e non deve assolutamente raggiungere alte temperature. Dopo qualche minuto di riposo si versa la soluzione in un secchio contenente acqua tiepida, ma attenzione! Ciò va fatto senza creare bolle perché se l'acqua si ossigena il bagno si guasta, diventa blu e non è più utilizzabile. Se invece si procede con cautela il bagno resta verde come si vede nell'immagine. Immergendo una sciarpa bianca si vedrà che il tessuto - tenuto rigorosamente sott'acqua - assume una colorazione giallognola; estratto dal bagno colore e agitato, diverrà verde e poi celeste.

giovedì 9 settembre 2010

Cappottino giallo

Questo è un cappottino fatto da me ma con lana già tinta.
Cara Vale, eccoti subito accontentata... figurati se non lo avevo già fotografato! E c'è anche l'icona!

mercoledì 8 settembre 2010

Ricordi di un’estate colorata…

… iniziata con la manifestazione svoltasi a Santarcangelo di Romagna domenica 6 giugno. Oltre alle Associazioni di volontariato c’eravamo anche noi, le knit-girls che ogni giovedì sera si incontrano presso il Caffè Assenzio in Via Bilancioni a Rimini (si accettano nuovi adepti – e non è necessario saper fare nulla perché qui si può anche imparare, non solo bere la tisana). In bella vista sul banco manufatti tinti con colori naturali e non, lane, piante essiccate e – perché no? – una bella pentola con dentro lana e bacche di ginepro (che danno un giallo bellissimo!).



La bancarella a Pian di Stantino, magnifico luogo in quel di Tredozio (www.agriturismopiandistantino.it). In occasione dell’annuale festa svoltasi il 4 luglio, quest’anno dedicata anche all’arte e all’artigianato, è stata tosata in diretta una pecora e poi la lana è stata tinta da me con noci verdi intere appena raccolte. Naturalmente la lana andrebbe lavata prima di esser tinta ma in questo caso ho eliminato un passaggio (anzi, svariati) e devo dire che il risultato è ottimo.


Poi c’è stata l’esperienza alla festa dei Giovani di Modigliana il 17 luglio con la bancarella “precaria”, cioè tenuta in piedi letteralmente col fil di ferro.

E in agosto, l’8 e il 9, l’attesa festa medievale di Petrella Guidi nell’Alta Valmarecchia, luogo semplicemente magnifico. Devo dire che qui ho dato il meglio di me (per ora) con sciarpe, lane, maglie, camice, il tutto tinto con colori naturali. E, dulcis in fundo, ho fatto una piccola dimostrazione di tintura con le bacche di sambuco che mi hanno dato, su cotone, un bellissimo colore grigio-azzurro. Un’esperienza unica, anche perché tutti gli espositori, me compresa, erano vestiti in abiti medievali…




… e chissà che l’autunno non riservi altre sorprese…

In onore al titolo di questo blog parliamo subito della "rubia tinctorum", la regina delle piante tintorie.

E’ questo il nome scientifico della piantina tanto diffusa quanto misconosciuta ai più. Diffusa dove?!? Le nostre campagne, nei luoghi freschi e ombrosi, sono letteralmente invase dalla robbia selvatica! Ma attenzione: non è da confondersi con la tinctorum che è coltivata. Le radici della robbia selvatica tingono comunque, provare per credere.

robbia tintòria o domestica (Rubia tinctorum L.)

robbia selvatica (Rubia peregrina L.)

 E’ facile da coltivare ma ottenere il colore dalle sue radici richiede una certa pazienza. Con le radici di rubia ho tinto della bellissima lana merinos australiana che poi è diventata un caldo cappottino che la scorsa stagione avevo sempre indosso. Del resto, secondo alcuni storici, il rosso vivo dei costumi militari dei soldati romani era proprio ottenuto dalle radici di rubia. Addirittura pensate che negli scavi archeologici di una tintoria pompeiana ne è stata trovata un po’ in un flacone! Come potevo allora io non utilizzarla?

radici di robbia selvatica (Rubia peregrina L.)

 tintura naturale della lana con radici di robbia domestica (Rubia tinctorum L.)

seta tinta con radici di robbia domestica (Rubia tinctorum L.)

lana merinos tinta con radici di robbia domestica (Rubia tinctorum L.) - creazione di Michela Pasini

Ma come si fa a tingere? La risposta nelle prossime puntate!

Perché rossodirobbia? Perché il rosso è il colore della vita


Mi appassiona tutto ciò che è creatività e originalità, arte e artigianato: credo nel recupero delle tradizioni, soprattutto quelle della nostra bellissima terra, la Romagna solatìa di pascoliana memoria. Ma ciò non mi limita perché amo spaziare per ogni dove alla ricerca di qualcosa di bello e appagante, sia esso un paesaggio sardo o un ricamo ungherese.




Desidero condividere queste passioni con il maggior numero di persone possibile: per questo invito chiunque passi di qua – per questo blog, intendo – a lasciare un commento, a fare una segnalazione, a porre una domanda, a testimoniare un’esperienza creativa e artistica: sarà il benvenuto!